giovedì 22 marzo 2012

IL LATO B DELLA CRISI


Nella giornata di oggi ho incontrato tante persone,tutte molto diverse fra loro,per estrazione sociale,per lavoro,stile di vita,parlando con loro, mi sono resa conto che tutti abbiamo in comune uno stesso stato d'animo, una sorta di" insoddisfazione",quasi come un tatuaggio che dimentichiamo di avere,che però qualcuno ogni tanto ci fa notare.La crisi sociale ed economica che viviamo,ne parlo non politicamente, ma come madre che deve fare bene i suoi conti ogni giorno,ci rende forse per alcuni aspetti più fragili,meno sicuri,anche forse più nevrotici,ma ci sta dando anche una grossa opportunità.Qui dalle mie parti c'è un detto popolare che dice "stavamo meglio quando stavamo peggio" riferendosi agli anni in cui si era poveri,magari nel dopo guerra,per spiegare che tanta evoluzione sociale ed economica ha portato ad un raffreddamento dei rapporti umani,ed anche a delle dinamiche di vita,che ci  proiettano sempre verso il domani senza farci godere del presente.Tutto ciò può sembrare poco,parole messe bene ma che in realtà non dicono niente,personalmente sono convinta che il vivere in tutto questo tram tram,sia diabolico,perchè si entra in un menagè che lascia poco tempo alle necessità dell'anima che a poco a poco si spegne,ed anche il nostro cervello non codifica più i messaggi che quest'ultima gli lancia,un pò come quando dopo un lungo tempo con un regime alimentare scorretto non si riconoscono più i bisogni reali da quelli fittizi in rapporto al cibo.  Non riconoscendo più i bisogni dell'anima essa si ammala,è un ammalarsi lento e degenerativo dal quale difficilmente se ne esce.Credo essere una situazione molto frequente nella nostra società,mi frulla in testa l'idea che forse questa crisi possa in qualche modo rimettere le priorità al posto giusto,possa spingerci verso l'altro,l'altro che vediamo nelle nostre stesse condizione,schiacciato dagli stessi problemi,allora poco importa il target sociale, poco importa la figura professionale ci si incontra nella sofferenza,nella difficoltà,ecco che la crisi diventa un opportunità, il vedersi costretti a tornare al concreto,ad una quotidianità semplice,a riscoprire la bellezza dell'altro,e sopratutto il non doversi più preoccupare di come gestire il domani.Tremendo, ci hanno per anni tartassato che dovevamo assicuraci qualsiasi cosa per il futuro,polizze vita,polizze per lo studio dei figli,dovevamo diventare tutti esperti di titoli in borsa,sempre a preoccuparci del futuro e da dove ha avuto origine la crisi,cosa è fallito?
E' fallito proprio il mondo bancario,assicurativo questo vivere per il domani,ma il domani non è dell'uomo. Il mio pensare è giunto a questo:" ogni giorno ha la sua croce e il domani è del Signore", per quando mi riguarda vorrei imparare a viver un pò come i miei nonni con la semplicità e la pace nel cuore per poter godere al massimo di mio marito,dei mei figli, senza che niente mi distolga da questo,nessun grosso progetto da portare avanti,senza dovermi programmare i prossimi vent'anni con il pensiero di quello che potrà accadere,e se non accadrà?Avrò sprecato tante energie inutilmente.

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